La crescente impennata dei costi dell’energia e la crisi per l’approvvigionamento delle materie prime stanno incrinando ormai da tempo la stabilità dell’industria meccanica italiana. Tra i settori più colpiti c’è la filiera Horeca – rappresentata in Anima Confindustria da Assofoodtec, l’associazione italiana costruttori macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare; Fiac, l’associazione fabbricanti italiani articoli per la casa, la tavola ed affini e Aqua Italia, l’associazione costruttori trattamenti acque primarie-, un comparto vitale per l’economia italiana che chiede a gran voce l’intervento delle istituzioni per arginare il vertiginoso aumento dei costi che grava sul processo produttivo.
Nel 2020 la filiera Horeca era già stata gravemente colpita dalla pandemia, dovendo chiudere le strutture alberghiere, quelle per la ristorazione e vietando la vendita di utensili casalinghi nella grande distribuzione. Misure che sono state rese necessarie per contenere il contagio. Tuttavia, la graduale ripresa delle attività produttive ha permesso alle aziende di rimanere presenti sul mercato e di riprendersi gradualmente dalla crisi.
Ma l’aggravarsi della crisi geopolitica e lo scoppio del conflitto russo-ucraino hanno riportato il settore in una situazione critica. Il caro energia così pervasivo, l’alta volatilità dei prezzi delle materie prime, la scarsità delle forniture e i ritardi nelle consegne, continuano ad affliggere il sistema.
«Il rincaro delle materie prime incide moltissimo sui costi del nostro comparto produttivo» commenta Andrea Salati Chiodini, presidente di Assofoodtec. «Materiali essenziali per produrre i nostri macchinari come processori, motori, microchip e materie prime scarseggiano (tra cui inox, alluminio e rame) e quei pochi in commercio hanno raggiunto, a causa di aumenti, prezzi in tripla cifra (nella maggior parte dei casi). Nelle ultime settimane la situazione già critica si è ulteriormente aggravata, le bollette di luce e gas hanno riportato cifre esorbitanti. Dobbiamo tenere presente che siamo ancora in periodo estivo e nei prossimi mesi la situazione potrebbe diventare fatale per molte industrie ed i loro indotti. La nostra filiera è una colonna portante dell’economia italiana e deve essere sorretta da interventi statali che arginino gli effetti di questo momento drammatico».
Per Antonio Bertoli, presidente di Fiac «Non si può ulteriormente procrastinare la messa in atto di un piano di misure a tutela del settore. I mercati sono incerti, instabili ed afflitti da un’inflazione pervasiva. Occorre stabilizzare i prezzi dell’energia per tutelare le imprese già gravate da perdite ingenti o si andrà incontro ad un’impennata eccessiva dei prezzi di vendita, vanificando gli sforzi e la resilienza con cui il comparto ha affrontato l’annata del 2020».
Fabrizio Leoni, presidente di Aqua Italia, evidenzia «La nostra filiera è un pilastro dell’economia italiana e va salvaguardata. Ha sofferto la pandemia più di altri comparti riuscendo a rialzarsi ma ora è gravata da pesi insostenibili: noi chiediamo a gran voce investimenti e misure per tutelare le imprese».