Non solo bar, alberghi e ristoranti, ma anche produttori di tecnologie alimentari, attrezzature professionali per ristorazione e ospitalità, posateria, trattamento acque primarie, tra i settori colpiti dalle nuove restrizioni recentemente introdotte dal Governo.
La crisi economica legata alla pandemia COVID-19 e la prolungata situazione di lockdown della scorsa primavera, oltre alle misure restrittive tenute in vigore nel corso dei mesi successivi, hanno impattato profondamente sulla filiera Ho.Re.Ca (Hotel – Restaurant – Catering). La chiusura alle ore 18 di bar, alberghi e ristoranti, prevista già dal Dpcm in vigore dallo scorso lunedì 26 ottobre, ha ulteriormente aggravato la situazione per tutta la filiera dell’Ho.Re.Ca, composta non solo dagli esercizi che ricevono gli utenti, ma anche dall’articolata e diffusa rete di produttori che forniscono le tecnologie e le attrezzature che rendono l’Italia un’eccellenza mondiale nell’accoglienza.
Nella consapevolezza che sia necessario prevedere misure straordinarie per contenere la pandemia e tutelare la salute dei cittadini, Anima Confindustria, con le sue associazioni Aqua Italia, Assofoodtec e Fiac, e APPLiA Italia Confindustria con EFCEM Italia, sottolineano la grave condizione di instabilità economica che sta colpendo le aziende e i lavoratori dell’intera filiera dell’Ho.Re.Ca e sollecitano il Governo e le istituzioni per sostenere le imprese. La proposta da un lato è di allargare il perimetro dei beneficiari dei risarcimenti erogati dal Governo con il recente “Decreto Ristori” e dall’altro di introdurre specifici incentivi per stimolare gli investimenti degli esercenti in vista di una ripartenza auspicata come prossima.
«La tutela della salute viene, ovviamente, prima di tutto. Ma ricordiamoci che gli esercenti hanno già dovuto fare importanti investimenti, durante il primo lockdown, per potere riaprire in sicurezza» dichiara Andrea Salati Chiodini, presidente di Assofoodtec, l’Associazione italiana dei Costruttori di macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare. «Quando si chiudono bar, ristoranti e alberghi, bisogna ricordarsi che dietro di loro c’è un’intera filiera che rischia di chiudere».
Considerando i settori rappresentati da Anima Confindustria – Aqua Italia, Assofoodtec e Fiac – e da APPLiA Italia Confindustria con EFCEM Italia, le recenti decisioni del Governo potrebbero determinare una perdita di fatturato di circa 900 milioni di euro per la durata della chiusura di 30 giorni prevista dagli ultimi Dpcm.
Per il Presidente di Fiac, l’Associazione che rappresenta i Fabbricanti italiani di articoli per la casa, la tavola ed affini all’interno di Anima, Antonio Bertoli «Dopo la riapertura si sono verificate due reazioni diverse: mentre il domestico ha reagito ripartendo velocemente, il settore alberghiero è rimasto al palo. Il settore dell’hospitality è tuttora in grave crisi e di conseguenza le aziende che operano nell’Ho.Re.Ca sono in difficoltà. La situazione attuale si è ulteriormente aggravata a causa degli ultimi Dpcm, che oltre ad affossare il settore Ho.Re.Ca hanno creato un grave danno al comparto soprattutto per la vendita al dettaglio».
Si tenga presente che nel corso dell’anno il settore delle attrezzature per la ristorazione e ospitalità e Ho.Re.Ca - rappresentato da Anima e EFCEM Italia - ha già subìto un lockdown della durata di tre mesi. Se il fermo stabilito dall’ultimo Dpcm non dovesse prolungarsi oltre, il settore avrà comunque già accumulato ad oggi una perdita di fatturato complessiva di oltre 3.500 milioni di euro, pari a circa il 40% del fatturato. Con le cifre in gioco, le conseguenze sull’occupazione rischiano di essere particolarmente pesanti: sarebbero purtroppo a rischio più di 10.200 posti di lavoro.
Secondo Lauro Prati, Presidente di Aqua Italia, che rappresenta i Costruttori di impianti, accessori, componenti e prodotti chimici per il trattamento delle acque primarie (non reflue) per uso civile, industriale e per piscine, «Aqua Italia, che al suo interno raccoglie i più importanti produttori di soluzioni per il trattamento dell’acqua per le macchine da caffè e per il vending, esprime grande preoccupazione poiché si prevede una contrazione di fatturato del 30% per i sistemi di trattamento legati alle macchine del caffè e del 50% per le vending machine, sempre rispetto al 2019».
«Comprendo le recenti scelte del governo a tutela della sanità pubblica – afferma Andrea Rossi, Presidente EFCEM Italia che rappresenta il settore delle attrezzature professionali per ristorazione e ospitalità – il nostro settore si è trovato a reagire, con la forza che lo ha sempre contraddistinto, ad un’ondata di crisi senza precedenti storici. La filiera della ristorazione e ospitalità è tra le più colpite, ma ci tengo a precisare che la tutela della salute e il mantenimento attivo delle attività produttive e di ristorazione sono obiettivi che possono essere perseguiti contemporaneamente. Siamo disponibili a collaborare da subito con il Governo e tutti gli organi preposti affinché i prossimi mesi siano costruttivi per un settore che ha sempre contribuito ad accrescere il valore del made in Italy e ha rappresentato storicamente un punto fermo dell’Industria manifatturiera italiana. Ancora una volta siamo pronti a mettere in campo le nostre proposte e conoscenze affinché la tutela del Sistema-Paese sia un obiettivo comune e perseguibile».
L’auspicio è che le istituzioni aprano un canale di dialogo con le associazioni rappresentative della filiera per individuare insieme le migliori misure per tutelare la sostenibilità delle imprese e migliaia di posti di lavoro.