16 maggio 2024

Acqua potabile, qualità e salute. Il settore del trattamento acque per la corretta informazione dei consumatori

«Intorno al tema del trattamento dell’acqua potabile circola una grande disinformazione che crea pregiudizio nei confronti dei consumatori e delle imprese. Partiamo dalla base: è errato associare i dispositivi di trattamento come caraffe, sistemi di filtraggio e di affinamento al concetto di “potabilizzazione” e “depurazione”, in quanto tali tecnologie si applicano ad acque di per sé idonee al consumo umano». A introdurre il tema è Fabrizio Leoni, presidente di Aqua Italia, l’associazione che in Anima Confindustria rappresenta i costruttori trattamenti acque primarie. Per essere definita “potabile”, infatti, l’acqua deve essere salubre e pulita – ovvero non deve contenere microrganismi né altre sostanze in concentrazioni tali da rappresentare un pericolo per la salute umana – e deve rispondere ai severi requisiti del DL 18/2023. L’acqua di acquedotto in Italia è di per sé non solo potabile al 100%, ma di ottima qualità e tra le più controllate d’Europa.

Prosegue Leoni «La corretta informazione dei consumatori sul mondo del trattamento dell’acqua è un impegno primario per la nostra associazione, poiché la diffusione di fake news o la comunicazione scorretta, spesso cavalcata dai media, possono danneggiare anche i produttori delle tecnologie, alimentando la confusione tra i consumatori». Proprio con lo scopo di garantire la più completa informazione e tutelare la salute dei cittadini, nel 2013 è stato pubblicato dal Ministero della Salute il DM 23/2013 e sono state successivamente redatte le “Linee guida sui dispositivi di trattamento delle acque destinate al consumo umano ai sensi del D.M. 7 febbraio 2012, n. 25” contenute nel rapporto Istisan 15/08 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, alla cui redazione Aqua Italia ha partecipato attivamente.

Il trattamento dell’acqua potabile per mezzo di appositi dispositivi, infatti, è un ambito soggetto al rispetto di un fitto e articolato apparato normativo e regolatorio, disciplinato in particolare dal prima citato D.M. 25/2012. Come il testo stesso del decreto afferma, i trattamenti non potabilizzano l’acqua (che, come detto, è già potabile al 100%), né rivestono carattere sanitario, indirizzandosi principalmente a modificare le caratteristiche organolettiche delle acque e quindi la loro gradevolezza al gusto e modificare la temperatura di erogazione o conferire alle acque caratteristiche di effervescenza. In linea con le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, Aqua Italia sostiene il consumo della cosiddetta “acqua del sindaco”: grazie alla loro azione, gli impianti di affinamento dell’acqua contribuiscono in modo importante a valorizzare il consumo dell’acqua di rete e a promuovere abitudini e stili di vita sostenibili, anche grazie alla riduzione del consumo della plastica. A testimonianza dell’utilità nella riduzione della plastica immessa in ambiente, le apparecchiature di trattamento delle acque potabili rientrano tra le categorie di prodotto previste e consigliate dal Decreto 6 novembre 2023 “Adozione dei criteri ambientali minimi per gli affidamenti relativi ai servizi di ristoro e alla distribuzione di acqua di rete a fini potabili”.

«Come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, non esiste legame tra il trattamento dell’acqua (effettuato secondo i dettami del DM 25/2013) e una funzione sanitaria. In nessun modo, come afferma la ricca letteratura giuridica e scientifica dedicata, trattare l’acqua potabile con i dispositivi di affinamento può nuocere alla salute né tanto meno rendere l’acqua “non potabile”. L’eventuale azione di alcuni tipi di tecnologie sulla concentrazione di calcio e magnesio non ha incidenza considerabile rilevante sul corpo umano, dato che la quantità di nutrienti e sali minerali che assumiamo attraverso l’acqua è trascurabile rispetto a quella assunta dagli alimenti» commenta ancora Leoni. Come sottolineato dall’ISS, l’acqua potabile non è la principale fonte di elementi essenziali per l’uomo, intervenendo per una quota stimata tra 1% e il 20% del fabbisogno totale, a seconda degli elementi. Inoltre, il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione.

«Per garantire la migliore efficienza d’uso in totale sicurezza delle tecnologie di affinamento – conclude il presidente di Aqua Italia – questi prodotti sono inoltre corredati da esaustive istruzioni d’uso riguardo all’installazione, la manutenzione e l’impiego dei dispositivi. Come sempre evidenziato dall’associazione, ricordiamo l’importanza della manutenzione delle tecnologie per l’affinamento domestico dell’acqua, per evitare che questi siano inefficaci, di certo, mai dannosi per la salute umana».

Nell’impegno per la corretta informazione, Aqua Italia mette inoltre a disposizione articoli e approfondimenti costantemente aggiornati sul portale https://acquadicasa.it/ che rispondono a dubbi e curiosità sul mondo dell’acqua potabile.

Comunicato stampa>>

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