La tutela della salute dei cittadini è una priorità assoluta per tutti, istituzioni, associazioni di categoria, imprese, personale medico, singoli individui.
L'industria meccanica italiana, settore che fattura circa 430miliardi l'anno e occupa 1,6milioni di addetti, si è preparata nelle ultime settimane per attuare misure di sicurezza ancora più stringenti di quelle richieste dal "Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro" firmato lo scorso 14 marzo, poi integrato il 24 aprile 2020.
In particolare Assofoodtec, Associazione italiana costruttori macchine, impianti, attrezzature per la produzione, la lavorazione e la conservazione alimentare e Fiac, Associazione fabbricanti italiani articoli per la casa, la tavola ed affini, aderenti ad Anima Confindustria, hanno proposto alcune misure utili per la riorganizzazione aziendale anche in seguito alla riapertura parziale del 27 aprile.
Per le associazioni è stato fondamentale ribadire che la tutela della salute e la ripresa produttiva non sono tra loro obiettivi incompatibili. La graduale ripresa delle attività produttive, condotta nella massima sicurezza, ha inoltre permesso alle aziende di rimanere presenti sul mercato, di evitare di perdere ulteriori quote di mercato con clienti esteri e a molti lavoratori di riprendere a lavorare con ritmi ridotti rispetto a quelli precedenti alla diffusione dell'epidemia Covid-19.
Per rispettare le norme di sicurezza richieste dal Protocollo e nel rispetto dei decreti ministeriali, molte attività non hanno ripreso a pieno ritmo, mentre altre hanno dovuto riorganizzare il lavoro interno con turni di lavoro e riduzione degli orari.
Al fine di rispettare i protocolli condivisi e mantenere un alto livello di sicurezza anche nei prossimi mesi, Assofoodtec e Fiac evidenziano l'assunzione di una serie di impegni da parte dell'industria che comprendono:
- Disponibilità a procedere con una riorganizzazione delle attività produttive per poter proseguire in sicurezza le attività stesse previo accordo con le organizzazioni sindacali;
- Finalizzazione di specifici protocolli interni aziendali – che meglio definiscono le singole realtà operative – con relativa autocertificazione da parte delle imprese, da sottoporre a verifiche da parte delle autorità competenti. Di fondamentale importanza l'implementazione di idonee misure di sicurezza raccomandate dalle Autorità competenti (fornitura DPI, distanze minime, requisiti di igiene, etc.);
- Opere giornaliere di pulizia e sanificazione nei luoghi di lavoro, accesso controllato per i fornitori esterni, informazione sul nuovo protocollo per tutti i dipendenti e spostamenti limitati all'interno dell'edificio.
Per potere operare correttamente con il rifornimento della componentistica necessaria e per lo svolgimento delle attività logistiche e di magazzino, si richiama l'attenzione al "Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del covid – 19 nel settore del trasporto e della logistica" firmato lo scorso 20 marzo dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Considerate tutte le misure necessarie per la riapertura, le proposte e le azioni intraprese in questo delicato momento, le aziende della meccanica rivolte al settore Ho.Re.Ca sono pronte alla Fase 2.
Anima Confindustria ha deciso, in questo contesto, di promuovere una campagna di comunicazione per sostenere questo messaggio: le aziende della meccanica sono pronte per riaprire in sicurezza i propri stabilimenti, o alcune sono già ripartite, in conformità del Protocollo condiviso. Le singole aziende stanno pubblicando sui propri profili Social video e fotografie che raccontino il lavoro svolto per la messa in sicurezza degli stabilimenti. Per dare voce a questo messaggio, chi aderisce alla campagna social sta utilizzando gli hashtag #siamopronti e #fabbricasicura.
«Considerata la messa in sicurezza di buona parte delle aziende del nostro comparto – afferma il presidente Assofoodtec Andrea Salati Chiodini – è adesso necessario assicurare la continuità delle filiere produttive, seppure con tutti i comprensibili rallentamenti dettati dalle necessità di sicurezza degli ambienti di lavoro, perché l'industria italiana abbia la stessa capacità d'azione dei competitor europei». Per Antonio Bertoli, presidente Fiac, «la good reputation legata ai prodotti made in Italy, valore inestimabile che negli anni l'Industria Italiana è andata a rafforzare con grandi investimenti e sacrifici, ha rischiato di essere vanificata; come industria siamo pronti a collaborare proponendo delle best practice di organizzazione aziendale da attuare con la ripresa del sistema produttivo garantendo, come sempre, piena sicurezza ai lavoratori».
Presidente Assofoodtec
Andrea Salati Chiodini
Presidente Fiac
Antonio Bertoli