7 novembre 2019

Pubblicato il Rapporto Finale sulla valutazione del Regolamento CPR

La Commissione Europea ha rilasciato lo Staff Working Document relativo alla valutazione del Regolamento (UE) n.305/2011 ‘Prodotti da Costruzione’: con questo documento si conclude il riesame del Regolamento per il quale è stata condotta una Public Consultation e sono stati sviluppati diversi studi di approfondimento.

Tra le principale risultanze che emergono:

  • Il commercio transfrontaliero di prodotti da costruzione è cresciuto nell'UE dall'introduzione del Regolamento. Tuttavia, permangono ostacoli al buon funzionamento del mercato interno, in particolare l'uso continuato di marchi e certificazioni nazionali. Sebbene siano state istituite strutture di vigilanza del mercato e la cooperazione sia migliorata, la sorveglianza e l'applicazione del mercato sono generalmente considerate irregolari e inefficaci, minando la credibilità del sistema.
  • Le specifiche tecniche armonizzate, in particolare la standardizzazione, non hanno prodotto i vantaggi previsti in termini di tempi e quantità di consegna a causa di problemi di qualità irrisolti di natura sia tecnica che giuridica.
  • Il livello atteso di chiarezza giuridica non è stato raggiunto e molte delle carenze individuate derivano da norme poco chiare o incoerenti. Ciò include, ad esempio, l'insufficiente adozione delle disposizioni di semplificazione, in particolare quelle destinate alle microimprese
  • I costi per conformarsi al regolamento (stimati tra 2,6 e 3,4 miliardi di euro all'anno) sembrano colpire principalmente i produttori e il loro impatto è particolarmente significativo per le microimprese che non esportano. Questi costi di conformità riguardano principalmente i test e l'etichettatura dei prodotti e l'impostazione del controllo della produzione in fabbrica.
  • I vantaggi in termini di aumento delle opportunità di mercato – specialmente nei Paesi esteri – sono difficili da quantificare e riguardano solo le aziende che esportano.
  • Diffusa la richiesta di tenere maggiormente conto della sicurezza dei prodotti e della sostenibilità ambientale.
  • Il Regolamento non sembra avere alcun effetto positivo o negativo sull'innovazione.
  • La coerenza interna è ostacolata dalle debolezze del processo di standardizzazione e dalla mancanza di chiarezza delle disposizioni di semplificazione. La coerenza esterna del Regolamento è una questione irrisolta in quanto anche i prodotti da costruzione sono coperti da altre legislazioni (ecodesign, ecolabelling,…). Ulteriore confusione è causata dalla duplicazione con altre normative del mercato interno su prodotti specifici e lacune con la legislazione sulla sicurezza dei prodotti.
  • La natura obbligatoria delle norme armonizzate sui prodotti da costruzione provoca anche confusione sul collegamento con il Regolamento sulla Standardizzazione, poiché le norme sono facoltative ai sensi di altri regolamenti sui prodotti.
  • Da ultimo, vi sono conflitti con la legislazione nazionale, in particolare quando stabilisce requisiti aggiuntivi al di fuori del sistema armonizzato.
  • In generale vi è un forte sostegno al mantenimento dell'attuale Regolamento.

Questa rispecchia la volontà di una stabilità giuridica e al rafforzamento del mercato interno.
 
In conclusione, riassumendo le principali carenze evidenziate sono:

  • le prestazioni insufficienti e la qualità dei risultati del sistema di standardizzazione ai sensi del Regolamento;
  • il ruolo poco efficace degli Stati membri nelle attività di vigilanza del mercato;
  • la scarsa implementazione delle disposizioni di semplificazione.

       
Questi fattori hanno comportato una mancanza di chiarezza giuridica e richiederebbero un'analisi di tutte le possibili opzioni per affrontarli (dall'abrogazione ad una profonda revisione del Regolamento)
    
Nel caso di avvio di un processo di revisione più o meno profondo, occorrerebbe anche un miglioramento per quanto concerne:

  • la coerenza con le legislazioni di prodotto vigenti;
  • la rilevanza delle strade alternative alla standardizzazione;
  • il rapporto costi / benefici;
  • la duplicazione degli obblighi di informazione;
  • determinati requisiti di prova e di informazione, in particolare quelli ambientali e l'uso sostenibile delle risorse naturali, della sicurezza e della salute.

 
Lo Staff Working Document è consultabile al seguente link
E' altresì disponibile un Executive Summary

 

7.11.2019

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