Transizione 4.0 è il nome del nuovo piano, dedicato al 4.0, del governo Conte II. Presentato ieri dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha accolto il parere positivo di ANIMA Confindustria.
«Le nuove misure incontrano le esigenze delle imprese, in apprensione fino ad oggi per l’incertezza che ha caratterizzato gli investimenti nell’ultimo trimestre 2019», dice Marco Nocivelli, presidente ANIMA Confindustria. «Si tratta di un risultato raggiunto a seguito di un dialogo aperto e franco: ANIMA è tra gli attori presenti al tavolo di lavoro ministeriale per un riassetto dei provvedimenti 4.0 e da luglio si sono susseguiti incontri costruttivi con le parti istituzionali».
Il ministro Patuanelli ha sottolineato come sia necessario portare avanti un percorso condiviso con gli attori presenti al tavolo per migliorare lo schema della legge di bilancio per il 2020-2022. Il governo ha stanziato complessivamente risorse pari a circa 7 miliardi di euro per la proroga al 2020 delle misure fiscali del Piano e l’introduzione per gli anni 2020-2022 del credito d’imposta sull’economia circolare. La nuova programmazione pluriennale vuole ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie.
«Nel complesso le misure sono positive, come il credito d’imposta che di fatto estende la possibilità anche alle aziende con bilanci in perdita e che è stato portato al 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, di poco inferiore all’iper ammortamento attuale pari al 40,8%. Inoltre, la spesa può essere recuperata in cinque anni, al posto degli attuali sette, e questo porta la detrazione all’8% annuo contro i 5,8% attuali. Per gli investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro l’aliquota è pari al 20%, ma solo per la parte eccedente i 2,5 milioni. Sopra i 10 milioni non sono previste agevolazioni, ma si rimanda ad altri provvedimenti già operativi. È presupposto fondamentale della buona riuscita del piano che rimanga inalterato il meccanismo tecnico per accedere all’incentivo, basato sull’interconnessione e sulla sua verifica tramite certificazione di un ente accreditato», dettaglia Nocivelli.
Inoltre, l’aliquota dei beni immateriali, come i software, è stata portata dagli attuali 9,6% al 15% e questo incentivo può essere utilizzato indipendentemente dall’acquisizione di un bene materiale. La misura infine è stata portata dall’attuale anno a tre anni.
In allegato la presentazione preparata dal MISE sul Tavolo Transizione 4.0