Piano Transizione 4.0, bonus e agevolazioni per le imprese nel 2023

Nella sua prima versione, il Piano risale al 2017, quando fu lanciato durante la XVII legislatura come “Industria 4.0”. Nel corso delle legislature successive è stato variamente modificato nei contenuti e nel nome: da “Impresa 4.0” fino a “Transizione 4.0”.

Con la Legge di bilancio 2023 (L. n. 197/2022), l’attuale legislatura ha confermato la scelta di rifinanziare una serie di misure legate al Piano Transizione 4.0. Gli investimenti per agevolare la transizione tecnologica e digitale delle imprese restano così prorogati fino al 31 dicembre 2025 e, in alcuni casi, fino al 30 giugno 2026. L’obiettivo delle misure resta quello di sbloccare gli investimenti delle imprese in beni strumentali e promuovere l’avanzamento verso una manifattura 4.0.

 

L’evoluzione nel tempo di Industria 4.0

Nel 2017, gli interventi legislativi riconducibili al Piano Industria 4.0 erano i seguenti:

  • riduzione di IRES dal 27,5 al 24%;
  • super ammortamento e iper ammortamento, che consentiva la maggiorazione dei costi deducibili in relazione all’acquisto o al leasing di beni Industria 4.0;
  • credito di imposta per ricerca, sviluppo e innovazione;
  • Patent box, ossia la detassazione dei redditi derivanti dall’uso di beni immateriali;
  • estensione e rafforzamento delle agevolazioni per investimenti nelle start up e PMI innovative;
  • rifinanziamento e potenziamento della “Nuova Sabatini”, che consente alle imprese di accedere a finanziamenti agevolati per l’acquisto di beni strumentali;
  • rifinanziamento e potenziamento del Fondo di garanzia PMI;
  • potenziamento dell’ACE (aiuto alla crescita economica), agevolazione fiscale riconosciuta in relazione ad aumenti di capitale proprio per il rafforzamento patrimoniale;
  • tassazione agevolata per premi salariali di produttività.

Con il passaggio al Piano nazionale Impresa 4.0, vengono introdotti nella Legge di Bilancio 2018 (l. n. 205/2017) i seguenti ulteriori interventi:

  • credito di imposta Formazione 4.0;
  • rifinanziamento e implementazione dei Contratti di sviluppo e degli Accordi per l’innovazione.

Nel 2019, al Piano Nazionale Impresa 4.0 è subentrato il piano Transizione 4.0, che ha portato alla revisione di alcune misure previste nelle versioni precedenti. Il rafforzamento degli incentivi fiscali Transizione 4.0 è poi stato inserito nel quadro degli investimenti perseguiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’appostamento di specifiche risorse finanziarie.

Con la Legge di Bilancio 2021, è stato costituito un “Fondo di rotazione per l’attuazione del Next generation EU-Italia”, dotato di risorse nazionali a titolo di anticipazione rispetto ai contributi che sarebbero arrivati dalle istituzioni europee.

Nel corso dell’attuale legislatura, con la Legge di bilancio 2023 (L. n. 197/2022), tra le misure rifinanziate vi sono la “Nuova Sabatini” e il “Fondo di garanzia PMI”.

 

Credito di imposta per beni strumentali

Per il credito di imposta per investimenti in beni strumentali, la normativa di riferimento è la Legge di Bilancio (comma 44 dell’articolo 1, legge 234/2021), come integrata dal Decreto Aiuti (DL 50/2022) e dal Milleproroghe, che per la fruizione del credito di imposta Transizione 4.0 per investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati ha concesso fino al 30 novembre 2023 a condizione che l’ordine sia stato accettato dal venditore entro il 2022, con pagamento di almeno il 20% del costo di acquisizione.

Il credito d’imposta si applica a beni nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, dei seguenti tipi:

  • beni materiali (macchine, attrezzature, ecc.) elencati in allegato A della legge;
  • beni immateriali (licenze, software, sistemi) elencati in allegato B della legge.

Beni materiali

Per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 giugno 2023 (a condizione che entro la data del 30 novembre il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione) il credito di imposta è riconosciuto nella misura di:

  • 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino a 2,5 milioni e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili, pari a 20 milioni di euro.

Per i medesimi investimenti aventi a oggetto beni ricompresi nell’allegato A, dal 1° gennaio 2023 e fino al 31 dicembre 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 (a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione) il credito è riconosciuto nella misura di:

  • 20% del costo, per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo, per la quota di investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 5% del costo, per la quota di investimenti superiori a 10 milioni e fino al limite massimo di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni.

Beni immateriali

Per gli investimenti in beni immateriali (software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni) connessi a Industria 4.0, il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 20% del costo, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro, fino al 31 dicembre 2023. L’agevolazione scende al 15% per gli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024, fermo restando il limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro, e al 10% nel 2025.

Altri beni strumentali

Per altri beni strumentali materiali, diversi da quelli indicati nell’Allegato A, il credito di imposta spetta nella misura del 6% per gli investimenti effettuati, nel limite di 2 milione di euro, dal 1° gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, ovvero entro il 30 novembre, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2022 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Per il 2021, l’incentivo spettava nella misura del 10% del costo sostenuto, alle imprese che avessero effettuato fino al 31 dicembre 2021 (ovvero entro il 31 dicembre 2022, a condizione che entro la data del 31 dicembre 2021 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20 % del costo di acquisizione):

  • investimenti in beni strumentali materiali, purché diversi dai beni materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello Industria 4.0, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 2 milioni di euro;
  • investimenti in beni strumentali immateriali diversi da software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni connessi a investimenti in beni materiali Industria 4.0, nel limite massimo di costi ammissibili pari a 1 milione di euro.

 

Credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, transizione ecologica, innovazione tecnologica 4.0 e altre attività innovative

Con la legge di bilancio 2020 è stata introdotta una nuova disciplina del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative a supporto della competitività delle imprese. Il credito d’imposta R&S è stato poi prorogato e modificato dalla legge di bilancio 2021 e, da ultimo, dalla legge di bilancio 2022.

 

Credito d’imposta per le spese di formazione nel settore delle tecnologie 4.0

Con il decreto-legge Aiuti, la misura dell’agevolazione è stata elevata per le piccole imprese dal 50 al 70% e, per le medie imprese, dal 40 al 50%, con riferimento alle spese di formazione del personale dipendente volte ad acquisire o consolidare competenze nelle tecnologie rilevanti per la trasformazione tecnologica e digitale. Per le grandi imprese spetta nella misura dal 30%.

Per quanto invece riguarda progetti di formazione avviati successivamente al 18 maggio 2022, qualora non soddisfino i suindicati requisiti, le misure del credito d’imposta sono diminuite al 40% per le piccole imprese e al 35% per le medie imprese.

 

Patent box

Il decreto fiscale 2021 ha sostituito la previgente disciplina del patent box con un’agevolazione che maggiora del 90% i costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione ai beni immateriali giuridicamente tutelabili, consentendone così una più ampia deducibilità ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap. Con le modifiche della legge di bilancio è stata elevata dal 90 al 110% la maggiorazione fiscale dei costi di ricerca e sviluppo sostenuti in relazione a beni immateriali giuridicamente tutelabili ed è stato ristretto il novero dei beni agevolabili.

 

ACE – Aiuto alla crescita economica

Consiste nella detassazione di una parte degli incrementi del patrimonio netto, o meglio nella deduzione di un importo corrispondente al rendimento nozionale del nuovo capitale proprio.

La legge di bilancio 2020 ha fissato l’aliquota di calcolo di rendimento nozionale all’1,3%. Il decreto-legge Sostegni-bis (n. 73 del 2020) ha temporaneamente potenziato la disciplina dell’ACE, prevedendo per i soli incrementi di capitale proprio effettuati nel corso del 2021, e fino a 5 milioni di euro, una valutazione del rendimento nozionale mediante l’applicazione di un coefficiente più elevato (15 %) rispetto a quello ordinario (1,3 %). Ha poi consentito di fruire dell’agevolazione in via anticipata sotto forma di credito d’imposta, che può essere richiesto in compensazione con F24, senza limiti d’importo, oppure richiesto a rimborso o ceduto a terzi.

 

Nuova Sabatini

La nuova Sabatini sostiene l’acquisto, o l’acquisizione in leasing, da parte delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) di beni strumentali materiali (macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware) o immateriali (software e tecnologie digitali) a uso produttivo e, in particolare, consente:

  1. L’accesso a finanziamenti agevolati per gli investimenti in beni strumentali, anche mediante operazioni di leasing finanziario. Ciascun finanziamento può essere assistito dalla garanzia del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese fino all’80% del finanziamento. Il finanziamento deve essere:
  • di durata non superiore a 5 anni
  • tra 20.000 euro e i 4 milioni di euro (importo così innalzato dal D.L. n. 34/2019)
  • interamente utilizzato per coprire gli investimenti ammissibili.
  1. L’accesso a un contributo statale in conto impianti per gli investimenti in questione, parametrato a un tasso di interesse annuo convenzionalmente assunto e pari al:
  • 2,75% per gli investimenti ordinari
  • 3,575% per gli investimenti in tecnologie digitali, compresi gli investimenti in big data, cloudcomputing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio Frequency IDentification (RFID) e in sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti.

Nella attuale legislatura, la misura è stata rifinanziata dalla legge di bilancio 2023 per 30 milioni di euro per l’anno 2023 e 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026.

 

Fondo di garanzia PMI

Il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese costituisce uno dei principali strumenti di sostegno pubblico finalizzati a garantire la liquidità delle PMI. L’intervento straordinario del Fondo è stato via via esteso, sino al 30 giugno 2022 dalla legge di bilancio 2022. Contestualmente, la stessa legge di bilancio ha ridimensionato l’intervento straordinario del Fondo, in una logica di un graduale phasing out dal periodo emergenziale. Il periodo di operatività di questa disciplina transitoria è stato prorogato sino al 31 dicembre 2023 dalla legge di bilancio 2023.

 

Contratti di sviluppo

La legge di bilancio 2023 rifinanzia i contratti di sviluppo per:

  • 160 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 e 240 milioni per ciascuno degli anni dal 2028 al 2037 destinando le relative risorse ai programmi di sviluppo industriale, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, e ai programmi di sviluppo per la tutela ambientale;
  • 40 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2027 e 60 milioni per ciascuno degli anni dal 2028 al 2037 per i programmi di sviluppo di attività turistiche,
  • 100 mila euro per l’anno 2023 e 500 mila euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 per il progetto di risanamento e riconversione delle centrali a carbone di Cerano a Brindisi e di Torrevaldaliga Nord a Civitavecchia.

 

Centri di competenza ad alta specializzazione e risorse PNRR per il trasferimento tecnologico

Il Decreto direttoriale del MISE 29 gennaio 2018 ha definito le condizioni, i criteri e le modalità di finanziamento dei centri di competenza ad alta specializzazione, nella forma del partenariato pubblico-privato. Il 24 maggio 2018 è stato completato l’esame e la valutazione delle domande pervenute per la costituzione dei Competence Center su tematiche Industria 4.0.

Gli otto centri che sono stati selezionati sono:

  • CIM 4.0 – Competence Industry Manufacturing 4.0
  • Made – Competence Center Industria 4.0
  • BI-REX – Big data Innovation-Research EXcellence
  • ARTES 4.0 – Industry 4.0 Competence Center on Advanced Robotics and enabling digital TEchnologies & Systems 4.0
  • SMACT Competence Center
  • MedITech Competence Center I 4.0
  • START 4.0– Sicurezza e ottimizzazione delle Infrastrutture Strategiche Industria 4.0
  • CYBER 4.0 – Cybersecurity Competence Center

 

Accordi per l’innovazione

Si tratta di un regime di aiuti indirizzato a sostenere iniziative di grande dimensione riguardanti la ricerca, la sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative di alto profilo e rilevante impatto tecnologico, in grado di incidere sulla competitività delle imprese. Il Decreto 31 dicembre 2021 ha reso disponibili per la concessione delle agevolazioni le risorse provenienti dal PNC, pari a 1 miliardo di euro, tramite l’apertura di due sportelli agevolativi. Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese di qualsiasi dimensione, con almeno due bilanci approvati, che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane o di servizi all’industria, nonché attività di ricerca.

 

Per ulteriori approfondimenti, si invita a visitare il sito della Camera dei Deputati.

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