9 ottobre 2023

Sistemi di pompaggio: il mercato italiano è il settimo al mondo nel 2022, ma si prospetta un calo

Il mercato italiano delle pompe nel 2022 è il secondo più grande d’Europa, secondo il rapporto Oxford Economics presentato durante l’assemblea di Assopompe.

Con un valore di circa 1.818 milioni di dollari (componenti esclusi), il mercato italiano delle pompe nel 2022 riconquista per la prima volta dal 2009 la posizione di settimo più grande a livello mondiale, il secondo più grande in Europa dopo la Germania. Sebbene questi numeri rappresentino un aumento del 9% rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019, occorre considerare che molta della crescita è nominale, non tiene quindi conto dell’impatto dell’inflazione. È quanto emerge dal Global Pump Outlook 2023, il settimo rapporto di mercato annuale preparato da Oxford Economics e presentato in occasione dell’assemblea di Assopompe – Associazione italiana produttori di pompe federata Anima Confindustria – che si è tenuta il 25 ottobre presso Faggiolati Pumps a Macerata.

Dopo il balzo in avanti del 2022 (+4,4% rispetto al 2021 secondo l’Ufficio Studi di Anima Confindustria), le previsioni per gli anni 2024-2027 sono meno ottimistiche. Secondo Oxford Economics, in Italia la diminuzione dei prezzi e dei volumi implicherà mercati in calo l’anno prossimo, con una contrazione della domanda, in linea con la crescita modesta che caratterizzerà il mercato anche su scala mondiale. Una prospettiva confermata anche dalle previsioni dell’Ufficio Studi di Anima Confindustria, secondo cui il comparto italiano delle pompe vedrebbe una flessione della produzione pari al -1,3% nel 2023, rispetto all’anno precedente, assestandosi su un valore di 2.350 milioni di euro. Previsto anche un lieve calo dell’export, che raggiungerebbe per l’anno in corso un valore di 1.710 milioni di euro: in ribasso del -0,6 rispetto al 2022.

Il presidente di Assopompe, Stefano Sampaolo, commenta «Come evidenziato dai dati di Oxford Economics, il mercato delle pompe ha reagito bene alla crisi che ha travolto l’industria dall’anno pandemico, riprendendo un trend di crescita che nel 2022 ha fatto registrare buoni risultati alle aziende del comparto. Quest’anno, sebbene l’effetto dei bonus edilizi come Superbonus continui ad alimentare la produzione, ci aspettiamo un lieve calo nel mercato a causa della congiuntura tra incertezza sull’impatto della guerra sui prezzi, inflazione ostinata, caro prezzi che affligge l’industria, senza contare la crisi delle materie prime che, sebbene attenuata, continua a indebolire le imprese».

9.10.2023

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