In Italia, oltre il 54% della considerevole quota di emissioni di CO2 derivante dai processi produttivi - particolarmente complessa da comprimere - è riconducibile all’impiego degli F-gas nelle apparecchiature di refrigerazione, di condizionamento e nei sistemi antincendio. Al 2019, in Italia i gas fluorurati rappresentavano il 4,4% del totale dei gas serra in termini di CO2 equivalenti, a fronte di un significativo aumento degli HFC tra il 1990 e il 2019, da 0,4 a 16,8 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (MCO2eqT), e tuttora in costante aumento (fonte ISPRA, Inventario nazionale dei gas serra 1990-2019, Aprile 2021). In considerazione di ciò, l’ISPRA quantifica in 6 MCO2eqT il contributo richiesto al settore dei processi industriali ed F-gas per allinearsi agli obiettivi di emissioni nette zero al 2050.
L’Accordo di Parigi del 2015, che prevede di mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1,5°C, ed il successivo Emendamento Kigali, in vigore dal 2019, richiedono di abbandonare gli HFC ad alto impatto ambientale in favore dei refrigeranti naturali.
L’Unione Europea ha inoltre l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80% entro il 2030 e monitora i progressi verso questo obiettivo a lungo termine attraverso un solido sistema di trasparenza e responsabilità.
Mentre nel resto d’Europa le emissioni serra da HFC sono da diversi anni in progressiva diminuzione, in Italia esse aumentano esponenzialmente a causa del consumo di HFC ad altissimo potenziale serra, che ammonta a oltre 2500 tonnellate all’anno, legato principalmente alla manutenzione di impianti datati presenti in moltissimi esercizi commerciali che utilizzano refrigeranti altamente clima-impattanti e che ne disperdono nell’ambiente il 12-15% all’anno a causa delle perdite in esercizio.
In quest’ottica Assocold – Costruttori Tecnologie per il Freddo, l’Associazione che, all’interno di ANIMA Confindustria, rappresenta il mondo della refrigerazione commerciale, ha sviluppato la proposta denominata “Transizione ecologica nella Refrigerazione Commerciale”. Tale proposta mira a contrastare gli effetti climatici dei refrigeranti HFC utilizzati in questo settore, diminuendone drasticamente il consumo alla fonte, in maniera semplice, immediata e controllata, con importanti ricadute positive in ambito economico, sociale ed occupazionale.
«La nostra associazione è da sempre attenta alle tematiche di efficienza energetica, sicurezza e salvaguardia dell’ambiente. Oltre a promuovere una maggiore sensibilizzazione sull’utilizzo dei gas naturali, chiediamo alle istituzioni di incentivare la sostituzione dei vecchi impianti di refrigerazione commerciale, principalmente utilizzati nei supermercati e nella distribuzione organizzata.” - sottolinea il Presidente di Assocold, Francesco Mastrapasqua - “Ringraziamo a tale proposito la Senatrice Patty L’Abbate, prima firmataria del disegno di legge “Disposizioni in materia di transizione ecologica per il contrasto all'aumento dei gas serra fluorurati provenienti dalla refrigerazione commerciale” volto a promuovere la transizione verde nel settore».