Roma, 26 marzo 2025 - Un'industria meccanica forte e innovativa per un'Italia competitiva: è questo l'obiettivo del Manifesto della Meccanica 2025, il documento strategico che Anima Confindustria ha presentato oggi al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L'incontro, che fa parte del calendario delle iniziative della giornata del Made in Italy e ospitato presso il prestigioso Salone degli Arazzi a Palazzo Piacentini, ha messo al centro del dibattito il rilancio del settore meccanico italiano, cuore pulsante della manifattura nazionale. L’evento ha ospitato anche una tavola rotonda che ha coinvolto Pietro Almici, presidente di Anima, Marco Calabrò, capo del Dipartimento Politiche per le Imprese, Amedeo Teti, capo del Dipartimento Mercato e Tutela e Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria.
La meccanica varia: pilastro dell’economia italiana
Con un giro d'affari che supera i 55 miliardi di euro e una quota del 5% delle esportazioni nazionali, l'industria meccanica rappresentata da Anima – raggruppata in tecnologie per: edilizia e infrastrutture; movimentazione e logistica; produzione alimentare; produzione di energia; produzione industriale; sicurezza e ambiente – costituisce un asset strategico per la crescita economica del Paese. Il Manifesto della Meccanica si presenta come una bussola per le politiche industriali italiane, puntando a consolidare la leadership del comparto attraverso azioni concrete.
Le proposte chiave del Manifesto
Il Manifesto, frutto dell’impegno delle 34 associazioni aderenti ad Anima Confindustria e delle oltre 1000 aziende associate, delinea le priorità per un’industria meccanica all’avanguardia, partendo dalle condizioni abilitanti alla competitività.
Lo sviluppo basato sulla pluralità tecnologica è uno dei pilastri che deve guidare la politica industriale e dei consumi italiana, che prevede la promozione di un approccio aperto e innovativo in cui le imprese possano esplorare e sviluppare liberamente le soluzioni tecnologiche più adatte, senza vincoli rigidi. Parallelamente nei prossimi anni si ritiene essenziale un rafforzamento della tutela dell'industria e del Made in Italy, con misure che incentivino la produzione manifatturiera nazionale – come, ad esempio, la preferenza delle forniture “Made In” rispetto a quelle provenienti dai paesi terzi – e valorizzino l'eccellenza italiana sui mercati globali. Un altro aspetto cruciale riguarda la sicurezza e la sorveglianza del mercato, per le quali si auspicano maggiori risorse, che devono garantire condizioni eque per le imprese italiane attraverso un controllo rigoroso delle merci in circolazione e la protezione dalle pratiche sleali. La valorizzazione delle competenze e l'attrazione di giovani talenti rappresenta un ulteriore obiettivo primario: investire sulla formazione e creare percorsi educativi innovativi che rispondano alle esigenze del settore, continuando nel rafforzamento degli ITS e delle Lauree STEM è una scelta strategica per il paese. Infine, il sostegno all'export e all'internazionalizzazione è una determinante fondamentale, anche per la bilancia commerciale del nostro Paese: l’industria necessita di strategie mirate che consolidino la presenza italiana sui mercati esteri, promuovendo reti commerciali e sostenendo le imprese italiane all’estero.
Tutto questo avviene in un contesto di profonda trasformazione che abbraccia la duplice transizione – che rappresenta sia un’opportunità che una criticità per le imprese – su cui Anima sta lavorando con proposte puntuali nell’ambito della revisione degli strumenti in atto in Europa.
Tra le nuove proposte di Anima prende spazio il progetto “Anima Energia”, mirato a ottimizzare il mercato energetico e sostenere la ricerca su idrogeno e nucleare, due aree strategiche per la meccanica italiana nel panorama della sostenibilità.
Come evidenziato dal presidente di Anima Confindustria, Pietro Almici: «In questo momento storico, tutta la manifattura italiana ed europea si trova ad affrontare sfide senza precedenti. La transizione digitale ed ecologica, le dinamiche competitive sui mercati globali, e le complessità normative a livello europeo richiedono una risposta forte e concreta. Con questo Manifesto chiediamo di riconoscere il valore strategico della meccanica e di mettere le imprese al centro di una nuova politica industriale, che sia stabile, inclusiva e orientata all’innovazione. Il nostro obiettivo è contribuire a una politica industriale nazionale ma soprattutto europea, che garantisca la competitività dell’industria italiana, in coerenza con la nuova impostazione delineata nel Clean Industrial Deal promosso dalla Commissione Europea. L’incontro odierno – prosegue Almici – ha rappresentato un’opportunità unica per gli attori del settore di confrontarsi e contribuire attivamente alla costruzione di una politica industriale ambiziosa e lungimirante. Ringraziamo il ministro, Adolfo Urso, e tutto lo staff del MIMIT per l’apertura al dialogo, e invitiamo gli operatori del settore a scoprire come il Manifesto della Meccanica possa guidare l’industria italiana verso un futuro di crescita e innovazione. In un periodo complesso come quello attuale, è fondamentale il mantenimento del dialogo tra istituzioni e associazioni di categoria. Chiediamo quindi l’istituzione di un tavolo permanente sul settore della meccanica che possa servire come Cabina di regia.»