13 giugno 2023

Ecco perché non fa bene discutere del divieto alle caldaie al 2029

Per Assoclima l’attuale dibattito sul divieto delle caldaie rischia di distogliere l’attenzione dall’argomento più importante: come raggiungere gli obiettivi del Green Deal al 2030, nel settore residenziale

La revisione del Regolamento Ecodesign 813/2013 relativo alle specifiche per la progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento torna sui tavoli europei: nel Technical meeting straordinario del 12 giugno la Commissione ha nuovamente affrontato il tema del limite minimo di efficienza stagionale che dovranno avere i prodotti per poter essere immessi sul mercato.

Nella pratica, indirettamente, un divieto all’immissione sul mercato di caldaie stand alone, che non raggiungeranno mai i livelli ipotizzati.

Assoclima non si appassiona a un dibattito proiettato al 2029 ma guarda a ciò che si deve fare già ora per avviare una rapida e profonda elettrificazione dei sistemi di riscaldamento nel settore residenziale.

“La pompa di calore elettrica non teme il confronto con nessun’altra tecnologia sia per efficienza in termini di energia primaria, che di emissioni di CO2 che di utilizzo di energia rinnovabile prelevata dall’ambiente” dichiara Luca Binaghi, Presidente di Assoclima. 

“Per questo motivo riteniamo che l’attuale dibattito sottragga tempo ed energie a un confronto sul come consentire a tutti di rendere le proprie case più sostenibili, sia in termini ambientali che economici, grazie alla pompa di calore elettrica e sul come farla diventare il riferimento tecnologico del prossimo decennio.” – continua Binaghi.

Secondo Assoclima il comparto industriale è pronto da tempo, ma serve più attenzione perché nei prossimi anni la tecnologia sarà chiamata al maggior sforzo in termini di penetrazione del mercato. 

“È necessario che la pompa di calore non sia penalizzata da una tariffa elettrica che ancora non tiene conto delle fluttuazioni dei prezzi dell’energia; dobbiamo intervenire con urgenza sul costo del kWh elettrico e su una riduzione dell’aliquota IVA sulle bollette degli utilizzatori finali. Occorre poi un orizzonte temporale certo per gli investimenti con un piano d’incentivi stabile nel tempo e commisurato al contributo che le diverse tecnologie HVAC a disposizione possono dare al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione” è il messaggio di Luca Binaghi.

Assoclima ritiene inoltre fondamentale accelerare sul tema demand-response per valorizzare la flessibilità delle pompe di calore smart e il contributo che possono offrire al tema della sicurezza energetica così come pensa sia necessario mantenere coerenza tra strumenti legislativi, ivi incluse le politiche sui gas refrigeranti così da consentire una coesistenza tra quelli a più basso GWP e quelli naturali.

“Sappiamo che l’obiezione principale relativa all’inopportunità del divieto alle caldaie si concentra sulla necessità di continuare ad avere una soluzione disponibile nei casi in cui non sia possibile installare una pompa di calore elettrica. Apprezziamo il fatto che tali circostanze siano riconosciute come «eccezioni», ma riteniamo ancora più importante che si agisca così da facilitarne l’adozione in tutte quelle situazioni, che rappresentano largamente la norma, nelle quali la pompa di calore si può e si deve installare.” – conclude Binaghi.

13.06.2023

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