8 settembre 2023

Assotermica “Per raggiungere gli obiettivi europei di efficienza energetica è necessario considerare le specificità dei mix energetici nazionali, il sistema infrastrutturale e il tessuto industriale esistente”

Con la nuova direttiva EPBD ancora in fase di discussione, è importante che l’Europa prenda una direzione precisa che favorisca un approccio multi-tecnologico

Dopo un lungo processo di revisione iniziato a dicembre 2021 e modificato in corso d’opera a seguito della guerra russo-ucraina, è ormai giunta alle battute finali la discussione sulla Energy Performance of Buildings Directive (EPBD). Il 31 agosto scorso si è svolto il secondo trilogo, ovvero un incontro formale tra i rappresentanti della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea incaricati dell’analisi del dossier riguardante la direttiva. Verosimilmente sarà organizzato almeno un ulteriore incontro di questo tipo entro la fine dell’anno per accelerare il raggiungimento di un compromesso tra le diverse sensibilità degli attori coinvolti.

La direttiva EPBD stabilisce gli obiettivi comunitari da raggiungere sulla performance energetica del comparto edilizio e ciascuno Stato Membro dovrà decidere in autonomia il percorso migliore da seguire per contribuire efficacemente alla riduzione e al progressivo azzeramento delle emissioni entro il 2050.

La revisione della direttiva è particolarmente importante, dato che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all’energia. Allo stesso tempo, il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti e la produzione di acqua calda per uso domestico rappresentano l’80% dell’energia consumata dalle famiglie.
 
“La sfida per il nostro paese, caratterizzato in prevalenza da edifici a bassa performance energetica e soggetti in molti casi a vincoli di natura storico-artistica, è senza dubbio impegnativa” ha dichiarato il presidente di Assotermica, Alberto Montanini. “Va però detto che possiamo contare su un’eccellente realtà industriale legata all’impiantistica, pronta a mettere in campo tutte le energie necessarie a traghettarci verso un comparto edilizio a emissioni pressoché nulle.”

L’obiettivo, come riconosciuto dal Parlamento Europeo nel corso del dibattito di questi mesi, potrà essere raggiunto unicamente guardando alle specificità dei mix energetici nazionali, al sistema infrastrutturale e al tessuto industriale esistente, favorendo quindi un approccio tecnologicamente ed energeticamente neutro tra tutte le soluzioni in grado di contribuire al conseguimento degli obiettivi desiderati.

"Le tecnologie devono essere efficienti e contare su quote crescenti di energia rinnovabile”, prosegue Montanini. “In tal senso, alla luce degli scenari di diffusione del biometano, dell’idrogeno e, in generale, dei gas rinnovabili, è ampiamente condivisibile l’approccio pragmatico e concreto adottato dal Parlamento Europeo che esclude dai fossil fuel heating systems gli apparecchi ibridi, le caldaie certificate per poter funzionare con sostanze puramente rinnovabili o miscele di esse e tutti quei sistemi che non utilizzano esclusivamente combustibili fossili per fornire l’apporto energetico richiesto alla struttura. Questa visione coincide perfettamente con i messaggi che Assotermica ha sempre condiviso in tutte le sedi istituzionali e ci auguriamo uno sforzo da parte del Governo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per agevolare la convergenza delle discussioni nel corso del trilogo verso questo approccio.”
 
Da tempo Assotermica ribadisce la necessità di adottare in tutte le discussioni un approccio non ideologico, rifiutando una logica basata su divieti indiscriminati, che non tengono conto del continuo sviluppo tecnologico e delle potenzialità degli impianti innovativi; tali divieti andrebbero a danneggiare produttori e consumatori. Secondo Montanini: “La transizione energetica richiede un cambio di mentalità radicale: la decarbonizzazione dei consumi non può prescindere dalla possibilità concreta di utilizzare gas rinnovabili, dando così la possibilità a tutti i cittadini di far parte della transizione, non di subirla. Un approccio innovativo e coraggioso non solo non esclude i green gas e le miscele di idrogeno, ma investe affinché diventino una delle soluzioni possibili. In aggiunta, un approccio pragmatico non può escludere tecnologie pronte per essere integrate, anche in un secondo momento e/o mediante ulteriori subcomponenti, in una logica di prodotto esteso smart”.

Conclude Alberto Montanini: “La transizione energetica è fondamentale per costruire un futuro sostenibile e pulito; prima, però, dobbiamo favorire una vera ed efficace transizione dei cervelli umani in direzione di un pensiero flessibile e aperto, nonché concreto e realista”.

8.09.2023

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