Sit s.p.a.

SIT sviluppa e produce sistemi per la sicurezza, il comfort e l’alto rendimento degli apparecchi a gas.
SIT, con sede a Padova e presenze industriali e commerciali dirette in 21 Paesi di Europa, Americhe, Asia e Australia (in totale circa 1.800 dipendenti), 21 sedi commerciali in tutto il mondo, si posiziona, a livello globale, tra i leader di un mercato tecnologicamente molto evoluto e competitivo: i sistemi e componenti per il controllo della combustione negli apparecchi a gas.
Fin dagli anni Cinquanta, quando il gas naturale iniziò a diffondersi in Europa, SIT ha saputo imporsi fra i protagonisti nel settore. Costituita nel 1953 dai fratelli Pierluigi e Giancarlo de’ Stefani, nel 1958 realizzò il suo primo controllo per apparecchi a gas.
Il Gruppo rappresenta oggi un esempio significativo di azienda imprenditoriale che, da molti anni, si è data un assetto manageriale e una struttura internazionale. Ha sempre investito in qualità e innovazione per costruire un know-how unico, ampliare la gamma dei prodotti, conquistare nuovi mercati. Detiene oltre 100 brevetti internazionali.
L’assetto organizzativo presenta una suddivisione in due Divisioni: SIT (heating) e MeteRSit (contatori gas telegestibili).
I Clienti, nei settori degli impianti di riscaldamento domestico, di cottura industriale e imprese distributrici di gas, sono aziende di primaria importanza con le quali SIT ha instaurato rapporti di lunga durata, di reciproco scambio e di collaborazione full time.
SIT detiene quote di mercato ai primi posti in particolare nel settore dei controlli per caldaie domestiche, stufe termostatiche, caminetti a gas ed è ai primissimi posti al mondo anche nei controlli meccanici per impianti di cottura e ristorazione collettiva e per scaldabagni, oltre che nell’elettronica di comando degli apparecchi per il riscaldamento domestico.
I prodotti SIT sono realizzati in 8 siti produttivi in Italia, Olanda, Romania, Messico, Cina, con una logica di piattaforme continentali.
Nel 2014 ha fatturato, a livello consolidato, 258,4 milioni di euro, ripartiti al 30% in Italia, 41% negli altri Paesi europei e 29% nel resto del mondo.