Da quanti anni frequenta Anima e Assotermica? Quali i suoi primi ricordi?
Sono entrato in ANIMA – Unione Calore nel 1975 avvicendando mio zio Luigi Zucco, attivo nel gruppo già da qualche anno. Ero ancora uno studente universitario e stavo muovendo i primi passi nell’azienda di famiglia, occupandomi della transazione tecnologica della termoregolazione, dalla componentistica elettromeccanica a quella elettronica. Da “novellino” sono stato coinvolto nella stesura del D.M. 1/12/75 (raccolta R), grazie a un gruppo di lavoro dell’allora ANCC. Mi occupai della parte normativa inerente ai sistemi di controllo per l’omologazione dei termostati di regolazione e sicurezza. In quel decreto, e nelle successive revisioni, era addirittura presente un mio disegno a mano libera (non venivano ancora utilizzati i CAD!) di un vasca termoregolata di controllo.
È iniziata così la mia esperienza nell’ambito associativo, sotto la Presidenza del Dott. De Stefani, dell’Ing. Joannes, dell’Ing. Cantone e del Segretario Sig. Colli.
Da allora ho sempre partecipato personalmente, o tramite i miei diretti collaboratori, alle varie riunioni e gruppi di lavoro e, con le Presidenze della Dott.ssa Ferroli e dell’Ing. Montanini, anche al Consiglio Direttivo, di cui da 5 anni sono Vice Presidente.
Dall’allora Unione Calore all’attuale Assotermica sono passati parecchi anni. Cosa si è conservato dello spirito di quei tempi ancora oggi?
La mia opinione è che da allora lo spirito associativo si è sempre e solo rafforzato, anche grazie all’inserimento di nuove aziende e figure professionali.
L’evoluzione tecnologica, la crisi energetica, la tutela dell’ambiente, la ricerca del miglioramento della qualità della vita in termini di comfort hanno contribuito a intensificare gli sforzi necessari per trovare soluzioni tecnologiche e normative, al fine di adempiere ai target dell’Unione Europea per il 2030. Il Manifesto di Assotermica “Verso la decarbonizzazione” illustra ampiamente gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere.
Cosa spinge un’azienda con cento anni di esperienza come la sua a continuare a lavorare fianco a fianco dell’associazione ogni giorno?
Come imprenditore, c’è logicamente la necessità di adeguarsi al mercato, per garantire salute all’azienda. Ma in molti casi è prevalso e prevale soprattutto lo spirito collaborativo, nel quale l’esperienza può davvero migliorare la qualità della vita dei consumatori. Tra associati, pur essendo concorrenti, sappiamo che è meglio lavorare insieme nell’interesse del comparto: ognuno ha la possibilità di portare idee e stimoli, perché è solo dal confronto che possono svilupparsi attività utili. Per questo siamo rispettati e ascoltati, anche dalla parte politica, nella stesura di leggi e regolamenti di impatto nazionale.
Tradizione non vuol dire “vecchio” e il settore, che è fortemente radicato ad aziende storiche, ce lo ha insegnato. Come vede il futuro del comparto gas nei prossimi 10 anni?
Nell’ambito del processo di decarbonizzazione, che punta soprattutto sui green gas, la nostra storia può addirittura venirci in aiuto! L’Italia, infatti, è una delle nazioni europee con la rete di distribuzione del metano più estesa in assoluto, poiché la maggior parte delle abitazioni è riscaldata con impianto a gas e le caldaie più recenti sono già predisposte per funzionare con miscele di metano e green gas, che possono essere immessi direttamente nella rete. Questo permetterà di convertire e migliorare le strutture esistenti, incrementando progressivamente la quantità di green gas nella miscela e velocizzando il processo di decarbonizzazione, proprio grazie all’unione di tecnologia ed esperienza.