Ci può spiegare il significato di “approccio multi-tecnologico”?
Per la climatizzazione dei locali le aziende del settore mettono a disposizione dei progettisti diverse tecnologie, pensiamo ad esempio alle caldaie, alle pompe di calore, ai sistemi ibridi, ad aria o puramente elettrici.
Tralasciando la questione dei costi d’impianto, la domanda che sempre più frequentemente ci si pone è su quali di questi sistemi sia corretto puntare, sia in un’ottica di riduzione consumi/inquinamento, sia in un’ottica di comfort.
La risposta a questa domanda non è per niente scontata, ma sicuramente il modo più corretto di affrontarla è quello di valutare attentamente quale delle tecnologie disponibili è quella più adeguata alla specifica necessità. Ad esempio, la stessa tipologia di abitazione potrebbe richiedere soluzioni diverse a seconda della localizzazione geografica, del grado di isolamento, della tipologia di utilizzo e del reale uso che se ne fa.
A volte la soluzione migliore è quella degli impianti ibridi o misti, composti combinando più tecnologie che permettono di ricorrere di volta in volta a quella più efficiente ai fini del comfort e del consumo di energia. Per far ciò sarà fondamentale disporre però di un adeguato sistema di controllo e gestione per rendere intelligente e bilanciato il sistema, sfruttandone al massimo le potenzialità.
In sostanza non esiste una tecnologia migliore di un’altra in senso assoluto ma esiste sempre la tecnologia, o una combinazione di tecnologie, migliore per ogni singolo impianto.
Si dice che le aziende offrano sempre meno un singolo bene e sempre più un servizio, legato al comfort. È vero secondo lei? Quanto conta la formazione in tutto ciò?
È certamente vero.Per ridurre i consumi e migliorare il comfort è ovviamente necessario considerare l’intero impianto, non è raro sentire lamentele da parte di utenti che dopo avere sostituito un vecchio generatore si trovano a sostenere spese di bolletta energetica ben oltre il previsto.
Questo succede perché ci si dimentica che si ha a che fare con un impianto e non con un singolo componente, sostituire il generatore significa spesso cambiare i parametri dell’intero sistema e questo richiede una adeguamento ad esempio dei terminali di emissione o del sistema di regolazione.
Tutto ciò che è a valle del generatore va correttamente dimensionato.
Ad esempio, una pompa di calore richiede un attento dimensionamento sia della stessa che dei terminali di emissione e la cosa richiede una adeguata preparazione tecnica.
La diffusione delle corrette informazioni e una formazione diffusa sono fondamentali per non invalidare l’efficacia derivante dalle nuove soluzioni impiantistiche.
Assotermica rappresenta i costruttori di apparecchi e componenti d’impianto, quindi non solo i fabbricanti del singolo generatore. Quali novità ci sono nel settore dove lei opera?
Il nostro prodotto principale sono i radiatori in alluminio, quindi i terminali d’impianto il cui compito è quello di cedere all’ambiente il calore prodotto dal generatore.
Un radiatore può funzionare a qualsiasi temperatura, associato a qualsiasi generatore di calore, ciò che cambierà sarà la potenza emessa in relazione alla temperatura dell’acqua di mandata.
Più la temperatura di mandata è bassa più il radiatore dovrà esser grande, a parità di dimensione e di isolamento del locale da riscaldare.
A seguito dell’evoluzione dei generatori verso temperature di mandata sempre più basse, dagli 80°C di una caldaia standard ai 50°C di una caldaia a condensazione, fino a 35 °C delle pompe di calore, è chiaro che per garantire lo stesso comfort sarà necessario usare radiatori sempre più grandi.
Nella realtà però le dimensioni dei corpi scaldanti da utilizzare non cambiano rispetto a quanto siamo abituati a vedere per due motivi:
- Le nuove abitazioni, cui spesso sono abbinati i nuovi generatori, hanno un elevato grado di isolamento e di conseguenza necessitano di poca potenza installata; per i radiatori il bilancio tra dimensioni maggiori a causa della bassa temperatura e dimensioni minori a causa dell’elevato isolamento si equilibra, con una preponderanza verso la riduzione delle dimensioni.
- Nelle abitazioni esistenti è frequente imbattersi in radiatori molto sovradimensionati, in grado di soddisfare le esigenze di calore anche con temperature di mandata basse, al limite aumento di poco le loro dimensioni.
In termini tecnologici iniziano a emergere terminali scaldanti dotati di ventilatore, il ventilatore aumenta la potenza emessa, ma ovviamente ha lo svantaggio di necessitare di energia elettrica e di generare rumorosità e movimento eccessivo dell’aria. Possono essere utili in edifici esistenti laddove un terminale standard non possa essere ampliato.
Con l’avvento delle pompe di calore, in grado di gestire anche la climatizzazione estiva, è prevedibile anche una evoluzione dei terminali in tal senso, per essere utilizzati anche nella fase di raffrescamento, in alternativa ai classici climatizzatori aria-aria.
Va inoltre detto che la transizione a una economia green è già in atto. Le aziende investono e lavorano al miglioramento dei processi produttivi e dei prodotti riducendo l’energia necessaria alla loro realizzazione. Uno sforzo importante in termini di sviluppo della nostra azienda è stato ad esempio quello di ridurre il peso dei prodotti e quindi della materia prima utilizzata mantenendone però inalterate le caratteristiche tecniche e di qualità.