Circa un terzo delle risorse del Recovery Plan italiano sono rivolte alla transizione ecologica e all’abbattimento delle emissioni di gas clima-alteranti. Uno degli aspetti non ancora presi in considerazione nella stesura del PNRR riguarda le emissioni serra causate dai vecchi impianti di refrigerazione commerciale, installati principalmente nei supermercati e in alcuni centri di stoccaggio. Mentre in molti paesi europei nel corso degli ultimi anni è stata incentivata l’adozione di gas refrigeranti a basso impatto ambientale, in Italia vengono ancora utilizzati su larga scala i cosiddetti F-Gas, sostanze che contribuiscono ad aumentare l’effetto serra.
Assocold, l’associazione che raggruppa al suo interno le imprese italiane della refrigerazione commerciale e industriale, sta lavorando a stretto contatto con le istituzioni per aumentare la consapevolezza su questo tema. «In Italia – afferma Francesco Mastrapasqua, presidente di Assocold – è molto diffusa la tendenza a manutenere i vecchi impianti, che necessitano dell’utilizzo di gas serra, piuttosto che sostituirli con impianti moderni ed efficienti. Sebbene i Regolamenti Europei abbiano proibito da tempo la vendita di apparecchiature con i refrigeranti ad alto impatto serra, il loro consumo tuttora elevato per la manutenzione del parco installato determina complessivamente un aumento esponenziale delle emissioni serra, che sono arrivate a contare per ben il 4,4% del totale nel nostro paese. In Italia è necessario creare cultura e consapevolezza su questo tema, ed è importante che le istituzioni incentivino l’acquisto di tecnologie green in un’ottica di transizione energetica e abbattimento delle emissioni».