Il progetto di sviluppo di Modelli di Business per l’utilizzo dell’idrogeno è nato dalla volontà di Confindustria e Anima di rifocalizzare l’attenzione sull’idrogeno in qualità di opzione tecnologica fondamentale all’interno della strategia della decarbonizzazione comunitaria, dopo oltre un anno di tensioni legate alla grave crisi energetica che ha colpito duramente l’industria italiana sul piano dei costi e della sicurezza energetica, riprendendo il tutto con un approccio pratico e realistico.
Anima si è fatta attiva promotrice dello sviluppo del Progetto dei Business Model all’interno di Confindustria, con i seguenti obiettivi fondamentali che hanno guidato fin dall’inizio la proposta del Progetto:
- Presentare una panoramica sull’attuale situazione italiana in merito alla produzione e utilizzo dell’idrogeno rinnovabile;
- Passare dal piano «teorico» al piano progettuale;
- Fornire un approccio metodologico allo sviluppo di progetti concreti, che metta allo stesso tavolo i diversi interlocutori (utilizzatori, ingegnerie, tecnologie) per la progettazione tecnica ed economica di simulazioni di «impianti chiavi in mano»;
- Mettere in evidenza, attraverso la simulazione di casi concreti, criticità e benefici;
- Avanzare proposte di Policy basate su numeri oggettivi;
- Contribuire attivamente allo sviluppo della Filiera idrogeno e al Mercato dell’idrogeno in Italia.
Business Model
I Business Model sviluppati sono stati sette in tutto, frutto delle attività di Gruppi di Lavoro in ambito confindustriale che hanno lavorato per due mesi circa alla predisposizione dei seguenti modelli tecnico-economici:
1. Industriale Combustione/Calore di processo, per valutare l’utilizzo dell’idrogeno in blending con il gas naturale nei settori hard-to-abate
2-3. Feedstock, per valutare la sostituzione dell’idrogeno grigio con quello rinnovabile materia prima nelle raffinerie e bioraffineriep
4-5-6. Trasporti/Logistica, per valutare l’utilizzo dell’idrogeno nel settore del trasporto pubblico locale e trasporto pesante mediante la predisposizione di stazioni di rifornimento a idrogeno, così da valutarlo anche per un suo uso in un hub logistico
7. Residenziale, per valutare l’utilizzo dell’idrogeno in blending con il gas naturale per uso domestico
(Il relativo materiale relativo è disponibile nella sezione ANIMA Idrogeno del Cloud ANIMA)
Conclusioni
I risultati ottenuti hanno subito mostrato come l’idrogeno possa favorire e contribuire al percorso di transizione energetica ed ecologica, essendo in grado di ridurre notevolmente le emissioni di CO2, specie nei settori come raffinazione, trasporto pesante o altri settori gasivori dove l’elettrificazione (totale o parziale) risulta difficile da realizzare.
L’idrogeno, tuttavia, presenta alcune criticità, prima di tutte l’elevato costo di produzione. L’LCOH (Levelized cost of Hydrogen) dipende molto dalla tipologia progettuale, in particolare esso è strettamente correlato alla taglia dell’elettrolizzatore. Questo problema potrà essere superato solo mediante lo sviluppo di una vera filiera, attraverso uno scale-up degli impianti, unitamente allo sviluppo di tecnologie elettrolitiche che ne migliorino le performance massimizzandone l’efficienza.
Il prezzo dell’idrogeno non rimane alto solo a causa della componente CapEX (costi di investimenti iniziali), ma principalmente a causa della componente OpEx (costi di mantenimento) per la quale, attualmente, non è stato ancora previsto alcun finanziamento, ma le istituzioni stanno lavorando in tal senso proprio per pubblicare entro l’anno un Decreto “Opex/Tariffe” che risponda a questa necessità.
A pesare all’interno della componente OpEX è il costo dell’energia elettrica: è estremamente importante ricordare che il prezzo dell’idrogeno è, infatti, fortemente impattato da fattori non strettamente correlati allo stesso, ma fattori più a monte, come il meccanismo di formazione del prezzo dell’elettricità e la sua valorizzazione a prezzo di mercato nei progetti; a queste criticità si aggiungono anche le limitazioni introdotte dagli Atti Delegati (con particolare riferimento alla Produzione di RFNBO ai sensi dell’Art. 27(3) della RED) che prevedono correlazione temporale, correlazione geografica e addizionalità nella realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile.
I risultati di dettaglio dei sette Business Model sono stati presentati durante il Convegno di due giorni tenutosi a Roma lo scorso 5-6 giugno che ha visto la presenza di più di 250 partecipanti.
Un focus sul settore industriale e su quello residenziale si è tenuto anche durante l’Hydrogen Summit del 6 luglio scorso, organizzato da MCE al MiCo di Milano, dove sono stati ulteriormente discussi e approfonditi i risultati delle simulazioni progettuali sviluppate all’interno di questi Business Model.
Tutti i materiali del Convegno tenutosi a Roma sono disponibili qui.