La Federal Trade Commission (FTC) negli USA è stato il primo ente a stilare, nel 2010, delle linee guida per l’utilizzo dei cosiddetti environmental marketing claims. L’obiettivo era imporre alle aziende chiarezza e trasparenza in tema di impatto ambientale, non solo nel definire entità e portata del proprio impegno, ma anche nelle scelte stilistiche e di linguaggio marketing promozionale, proprio per evitare claim non veritieri o infondati.
Anche l’Europa è sempre più sensibile all’argomento green anche in termini di comunicazione e sta progressivamente avviando iniziative legislative sempre più stringenti e di impatto per le imprese, tra le quali la proposta di Direttiva sui Green Claim ed il Regolamento Eco Design di prossima implementazione, che si andranno ad inserire nel quadro normativo vigente.
Molte sono infatti le asserzioni aziendali vaghe, fuorvianti o addirittura infondate in tema di sostenibilità ambientale, che confermano la forte diffusione della pratica Greenwashing, con pesanti ripercussioni sul piano legale e di immagine aziendale: uno studio della Commissione Europea ha rilevato che il 53,3% delle asserzioni ambientali esaminate nell'UE erano vaghe, fuorvianti o infondate e che il 40% era del tutto infondato.
Scegliere di comunicare le caratteristiche ambientali dei propri prodotti è certamente una esigenza importante e strategica, che apre a opportunità ma anche a responsabilità diverse e crescenti, soprattutto in vista dei diversi adempimenti richiesti nella legislazione europea in fase di approvazione.
Il webinar gratuito di ANIMA mira a fare chiarezza sul linguaggio, talvolta ingannevole, del marketing e della comunicazione verso clienti e fornitori nell'ambito della transizione verde, fornendo spunti di tutela per le imprese, con suggerimenti per la compliance ambientale e consumeristica.
RELATORE
Avv. Elisa Teti
Partner dello Studio Legale Rucellai & Raffaelli, si occupa di Greenwashing e diritto antitrust, assistendo i clienti, in ambito giudiziale (procedure innanzi le Autorità di concorrenza e giurisdizioni superiori e litigation in ambito di follow on) e di consulenza legale stragiudiziale (tra cui antitrust compliance program).
Assiste inoltre i clienti sia a livello giudiziale che stragiudiziale in tutti gli ambiti relativi alla consumer protection, pratiche commerciali scorrette, pubblicità ingannevole e comparativa, clausole contrattuali abusive, etichettatura, commercializzazione e regolamentazione di prodotti soggetti a specifiche regolamentazioni (come alimentari, MOCA, cosmetici, medical devices), danno da prodotto difettoso.
E’ nel Comitato Direttivo dell’Associazione Italiana Antitrust (AAI).