Anima Confindustria Meccanica "apprezza lo schema di decreto legislativo "Codice degli Incentivi" come strumento di politica industriale utile a razionalizzare il quadro normativo sulle agevolazioni; dare stabilità e prevedibilità agli incentivi; introdurre meccanismi di valutazione dell'efficacia delle risorse pubbliche. Lo ha detto in audizione il direttore delle Relazioni istituzionali dell'associazione, Alessandro Maggioni, ricordando che l'industria meccanica italiana ha una quota di export pari al 60% e un fatturato che ha superato i 55,5 miliardi di euro nel 2024.
"Riteniamo prioritario che il Codice - ha detto - favorisca incentivi mirati, programmati su orizzonti pluriennali, con risorse adeguate e orientati ai risultati per evitare dispersione e inefficienze. Apprezziamo la struttura del decreto legislativo, le cui misure sono organizzate in modo da razionalizzare l'intero "ciclo vita" del singolo investimento, dalla programmazione alla valutazione dei risultati. Si propone che il "Programma degli incentivi", a cura delle amministrazioni responsabili, sia predisposto su un arco di tre anni, per allinearsi ai tempi decisionali e di investimento delle imprese".
L'associazione chiede chiarezza sui motivi di esclusione: rivedere formulazioni che possano determinare esclusioni estensive, ad esempio sull'obbligo di assicurazione per danni catastrofali. Chiede inoltre di "precisare la disciplina in caso di trasferimenti produttivi, evitando interpretazioni che escludano aziende che si spostino comunque in territori ancora agevolati". Si chiede poi di inserire tra i criteri premiali elementi che valorizzino produzioni e prodotti nazionali, a sostegno del sistema paese.
"Il Codice - ha concluso - è un passo nella direzione giusta. Per massimizzarne l'efficacia si propone: programmare su orizzonti triennali, bisogna rafforzare il coordinamento istituzionale, coinvolgere sistematicamente il mondo produttivo, chiarire le regole di esclusione e premiare la valorizzazione del Made in Italy".