Pubblicazione PNIEC 2024 (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima)

12.07.2024

Il 30 giugno 2024 i ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE) e delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) hanno inviato alla Commissione UE il testo definitivo del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) 2024.

Il PNIEC richiama in più punti la Strategia Nazionale Idrogeno, unitamente a vari input che sono stati avanzati da diverse associazioni di categoria, tra le quali anche Anima, che stanno contribuendo al tavolo di lavoro istituito proprio per finalizzare la Strategia Nazionale Idrogeno.

Si riportano di seguito alcuni dei punti più rilevanti, per quanto riguarda l’idrogeno, inclusi all’interno del PNIEC 2024:

  • La produzione di idrogeno sarà promossa sia tramite i contributi in conto capitale previsti dal PNRR sia tramite una nuova misura tariffaria che renderà equamente remunerativi gli investimenti in un settore che è ancora lontano dalla competitività. Lo schema di decreto tariffe, in corso di finalizzazione, si prefigge i seguenti obiettivi:
    - Definire univocamente l’idrogeno rinnovabile;
    - Istituire un incentivo in conto esercizio per accelerare la produzione di idrogeno prodotto da fonti rinnovabili finalizzato all’uso nei settori dei trasporti e industriali di difficile decarbonizzazione dei consumi;
    - Definire la procedura di accesso alle agevolazioni di cui al decreto ministeriale 21 settembre 2022 n. 347;
    - Definire le modalità di cumulabilità tra le tariffe incentivanti in conto esercizio e i contributi PNRR di cui al decreto ministeriale n. 463 del 21 ottobre 2022.
    La previsione è che la misura preveda una procedura ad asta competitiva al ribasso mediante un meccanismo di contract-for-difference. Il 4 marzo 2024 si è conclusa la consultazione pubblica dello schema di decreto e, entro il periodo estivo, è in previsione la trasmissione dello schema di decreto alla Commissione europea per le valutazioni di competenza sul regime di aiuto.
  • Quota obiettivo al 2030 di idrogeno da FER rispetto al totale dell'idrogeno usato nell'industria: 54%.
  • Ulteriore produzione di idrogeno può derivare dall’eventuale ripresa di produzione di energia nucleare, specie in ottica di piccoli reattori e microreattori di IV generazione.
  • Il maggiore contributo alla crescita delle rinnovabili deriverà proprio dal settore elettrico: la generazione da FER, infatti, si attesterà a circa 237 TWh al 2030, comprensivi di circa 10 TWh destinati alla produzione di idrogeno verde.
  • Sul tema dell’idrogeno è stato elaborato il documento “Strategia nazionale Idrogeno – Linee Guida preliminari”, in cui si delinea la visione di alto livello sul ruolo che l’idrogeno può occupare nel percorso nazionale di decarbonizzazione, in conformità al PNIEC, alla più ampia agenda ambientale dell’Unione europea, e alla Strategia per l’Idrogeno dell’UE pubblicata di recente, nell’ambito della Strategia di Lungo Termine per una completa decarbonizzazione nel 2050. La strategia, inoltre, individua i settori in cui si ritiene che questo vettore energetico possa diventare competitivo in tempi brevi ma anche a verificare le aree d’intervento che meglio si adattano a sviluppare e implementare l’utilizzo dell’idrogeno, definendo scenari di penetrazione in virtù del livello di decarbonizzazione individuato, delle diverse opzioni di decarbonizzazione esistenti e delle possibili alternative di produzione e approvvigionamento dell’idrogeno stesso.
  • In merito alla promozione del vettore idrogeno, buona parte degli interlocutori ritiene prioritaria l’implementazione di incentivi di lunga durata nei settori di maggiore interesse (industria e trasporto), prioritariamente rinnovabile ma senza escludere le varianti bio, low-carbon o anche con cattura di CO2 (blu). L’adeguamento e lo sviluppo delle infrastrutture nazionali sono cruciali per il commercio internazionale dell’idrogeno.
  • In sinergia con l’idrogeno, la cattura e stoccaggio della CO2 (CCS )è ritenuta, da parte delle imprese, un’opzione necessaria per la decarbonizzazione del termoelettrico, CHP, dei processi produttivi non elettrificabili (cemento, siderurgia), chimica e raffinazione. A tal fine sono, tuttavia, necessari strumenti di mitigazione del rischio e incentivi per la filiera e per il mercato, nonché per le infrastrutture di trasporto/stoccaggio. La produzione di idrogeno blu (low carbon mediante cattura), complementare all’idrogeno da rinnovabili (rispetto al quale presenta costi di produzione inferiori), potrebbe facilitare una più rapida decarbonizzazione dei settori industriali in particolare quelli in cui si impiega attualmente idrogeno grigio (es. raffinazione, fertilizzanti).
  • A questo si potrà aggiungere anche l’idrogeno prodotto con tecnologie diverse dall’elettrolisi, tecnologie basate su processi biologici, termochimici e biotermochimici (quali pirolisi, gassificazione, SMR biometano) che potrebbero presentare costi di produzione molto competitivi.
  • Idrogeno di origine biologica, prodotto tramite gassificazione delle biomasse o tramite steam reforming del biometano: si prevede che questa tipologia di carburanti avrà un peso crescente nel raggiungimento della decarbonizzazione ma l’entità dello stesso è di difficile quantificazione allo stato attuale; occorrerà intraprendere un percorso che permetta un inquadramento delle singole tipologie sotto il profilo produttivo, ambientale, tecnico-normativo;
  • Complessivamente, i consumi di idrogeno rinnovabile al 2030 ammonterebbero a circa 0,25 Mton/anno. Si stima che almeno il 70% della citata domanda sarà prodotta sul territorio nazionale, la restante quota sarà importata. Ipotizzando un load-factor degli elettrolizzatori del 40%, sarebbe quindi necessaria una capacità (elettrica) di circa 3 GW di elettrolizzatori.
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